Campanile Dülfer mt. 2706 (I) - Spigolo Sud

20. September 2004


 Gruppo di montagna: Cadini di Misurina


 Arrivo: Bressanone - Dobbiaco - Val di Landro - Misurina
 Punto di partenza: Parcheggio della seggiovia, che conduce al Rifugio Col de Varda
 Difficoltá: IV - IV+ e passaggi di V
 Dislivello: ca. mt. 280
 Tiri: 9
 Tempo di scalata: 3-4 ore
 Roccia: buona
 Discesa: come sotto descritto

Beschreibung der Alpintour
Per un’ impressionante avventura, da qualche tempo nei miei appunti avevo stilato la relazione al Campanile Dülfer, oramai la conoscevo dentro di me a memoria. Nel frattempo avevo apportato delle modifiche agli appunti, perché era stato attrezzato un percorso più diretto per la discesa e questo era l’ unico punto vulnerabile della scalata. La via è stata aperta da H. Dülfer e da W. F. von Bernuth, in data 25 agosto 1913. Lo stesso Dülfer ha descritto la sua via, come salita alla cima Eötvös per spigolo sud; egli ha raggiunto la cima del campanile è poi disceso per corda doppia alla forcella divisoria della Cima Eötvös ed è passata a questa. Peccato che questo periodo, non ha l’ ora solare!, l’ avremmo imitato volentieri, ma sarà per un’ altra volta. Il Campanile, fin dalla prima salita dello stesso Dülfer, a causa della sua arditezza nello scalarlo, ma soprattutto nella discesa nella sottostante forcella Eötvös, ha lasciato negli alpinisti un velo di mistero. Anche in cuor nostro e memori delle raccomandazioni di quanti ci hanno preceduto, abbiamo iniziato la scalata alla scoperta della via con l’ emozione e l’ incognita della discesa, condiviso dalla mia compagna di cordata.


- 1° tiro: Attacco alla sinistra di un corto diedro ove usualmente si lasciano gli zaini, per rocce gradinate si sale dritti per alcuni metri, poi diagonalmente verso destra raggirando degli strapiombi, per una rampa obliqua, con chiazze d’ erba, si giunge ad una sosta da attrezzare, con tre chiodi, per guadagno di tempo è preferibile saltarla e salire una parete verticale alla basi di un diedro, con una clessidra e cordone di sosta (25 mt. 3°).


- 2° tiro: Continuare per un diedro, nella prima parte povero di appigli, un chiodo, ma poi si adagia, un altro chiodo, porta su una cengia con parete verticali, apparentemente mal sicure, si salgano per il lato destra alcuni metri, per poi attraversare verso sinistra alla sosta attrezzata su due chiodi (30 mt. 4° e 5°).


- 3° tiro: Salire alcuni metri, scavalcare un piastrino e attraversare sotto una spalla di roccia, raggirandola sulla sinistra, poi dritti per un corto camino liscio, in direzione di un diedro aperto, sosta sull’ ampio terrazzo, con clessidra sulla parte destra, ove inizia la parete successiva (25 mt. 4°) - posizionare bene le protezioni e la corda per l’ attrito nel recuperare il compagno.


- 4° tiro: Salire il diedro con la tecnica alla Dülfer, molto bello, con qualche passo difficile, ma proteggibile, al termine continuare verso destra dritto per roccia articolata e qualche placca, si giunge ad un vasto terrazzo, sosta su spuntone (45 mt. 4° - 4°+).


- 5° tiro: Spostarsi per otto metri, su terreno detritico, in direzione di un corto pinnacolo, effettuare la sosta, su un chiodo ed una clessidra.


- 6° tiro: Salire per il diedro, molto frastagliato, una clessidra, continuare assecondando la formazione diedro-canale ed obliquando nell’ ultima parte verso destra, fin dove forma lo spigolo, sosta su due chiodi (50 mt. 3° e 4°).


- 7° tiro: Salire per lo spigolo su roccia rotta, ove diviene friabile e strapiombante, si traversa a destra, un chiodo, e continuando per la parete una piccola nicchia, con un chiodo, ed una clessidra grande sulla sinistra, effettuare la sosta (25 mt. 4°+).


- 8° tiro:8 Salire dritto per roccia gradinata ed obliquare verso sinistra, un chiodo, poi in direzione di un piccolo diedrino, che termina sullo spigolo con sosta su due chiodi (25 mt. 3° e 4°).


- 9° tiro: Salire attraversando a sinistra, su placche, un chiodo, poi diagonalmente verso destra, una clessidra con cordino, continuando si giunge sullo spigolo, ancora una clessidra, si sormonta lo stesso a destra ed per un canale molto appigliato, si giunge in cima, ove oltre all’ omino, un grosso spuntone con un groviglio di cordoni forma la sosta (45 mt. 4° - 4°+).


- Discesa: Scendere in direzione Cima Eötvös, versante Nord Est, dopo circa 7 metri (2° grado), si raggiunge la prima doppia attrezzata su catena, con le corde da 50 metri, prestare attenzione, in caso di vento e comunque, poiché l’ ancoraggio rispetto alla forcella è spostato più verso sinistra, negli ultimi metri di discesa, prima che i piedi si stacchino dalla parete, occorre darsi una spinta e poi raggiungere velocemente uno dei bordi delle sottostanti torrette della forcella Eötvös. In caso diverso, si rischia di rimanere nel vuoto, se la corda inizia a ruotare, pertanto, ognuno aguzzi il proprio ingegno.
- 2° doppia, circa 40 mt., a cavallo della forcella, in alto sulla parete Eötvös, in direzione del canalone Sud Ovest, si approda su un ampio terrazzo.
- 3° doppia, circa 40 mt., situata sull’ orlo sinistra della piazzola di sosta, si scende per uno strapiombo ed un canale verticale alla cui base, una volta recuperata la corda, permette di continuare in arrampicata per il canale-camino, giungendo ad una cengia ove sulla sinistra è posto l’ ancoraggio.
- 4° doppia, circa 50 mt., si scende in diagonale, rispetto alla parete e con allineamento alle vecchie soste, quasi al termine della corda, s’ intravedono i cordini dell’ ancoraggio, in una nicchia nascosta.
- 5° doppia, circa 40 mt., calarsi dritto per roccia nera e placche, si giunge alla base della parete.


- Accorgimenti tecnici:
- La via presenta una logicità di salita obbligata.
- Richiede un buon allenamento e disinvoltura ad avere della corda libera alle spalle.
- Nel lato Sud Ovest, vi è una vecchia via con Roncador- Oppel ed una nuova la "Bettina".
- Nella 4° doppia, seguire con attenzione il recupero degli ultimi metri di corda, accentuando la fuori uscita dall’ ancoraggio con un colpo di frusta.
- Adottare per il primo che scende, sempre l’ autobloccante sulle corde.
- Termini di destre e sinistra: vanno intesi nel senso di progressione dell’ arrampicata e della discesa.


- Accesso:
Appena fuori del centro di Misurina, svoltare a sinistra per il parcheggio della seggiovia, che conduce al Rifugio Col de Varda. Da qui a piedi, per i primi tornanti della rotabile, per poi seguire il sentiero di servizio della seggiovia. Abbandonarlo a circa 200 metri dal rifugio, per proseguire sulla rotabile che traversa lungamente a mezza costa tra rado bosco e in leggera discesa. A circa 1,5 km, si abbandona la rotabile per prendere un sentiero e si risale a sinistra del bosco e prati fino a raggiungere il rifugio Città di Carpi. Continuare ancora per il sentiero a mezzo costa e scavalcando un’ altura si arriva nel vallone, ove a vista appare il Campanile Dülfer, in breve si raggiunge l’ attacco, ore 2.30.


- Rientro:
Risalire per Forcella della Neve mt. 2471, segnavia nr. 118, seguirla fino all’ intersezione della rotabile nelle adiacenze del sottostante skilift. Abbandonarla e prendere le tracce sotto le funi dello skilift, scendere quasi nel fondo valle ove un sentiero taglia in orizzontale l’ impianto sciistico, seguirlo in direzione di Misurina. Poco dopo, camminando in quota, si giunge al parcheggio della seggiovia Col de Varda, ore 1.30. L’ avvicinamento ed il rientro sono stati effettuati a piedi, con vero spirito alpino, in modo da poter cogliere lungo tutto il percorso la meravigliosa visione della bastionata delle Marmarole, del Sorpìs e del Cristallo, non mancano gli animali selvatici (le marmotte e gli scoiattoli).

Mody Melillo

veröffentlicht von damian

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