Storia d’immigrati

 

Parlare di un immigrato è sempre difficile, essi sono molto diversi gli uni dagli altri. Tra di loro si conoscono, si stimano e si selezionano ed il loro aiuto reciproco è giornaliero.

Ho avuto modo di conoscere la loro comunità, nonché le famiglie e quanti vengono in visita dai loro parenti, amici o a cercare un posto di lavoro. Intendo soffermarmi su un personaggio pakistano, Saleem, da circa tredici anni in Europa, precisamente in Germania e in Italia, prima a Tione (Tn), poi a Merano ed infine a Rio Pusteria, dove vive con la propria famiglia, composta da sua moglie e sei figli. Il suo primogenito è già inserito nell’attività lavorativa nel ramo alberghiero. Saleem, esplica la propria attività lavorativa presso una ditta locale di Varna da circa sei anni ed è soddisfatto del proprio lavoro. L’ho conosciuto, incontrandolo a casa di Shabbeir, un giovane pakistano, carismatico, con la capacità di esaudire le richieste della sua gente, facendosi così paladino della sorte dell’amico. Alcuni mesi dopo ho iniziato un’attività didattica: "Parliamo insieme l’italiano". Saleem è stato sempre assiduo nella frequenza delle lezioni e non voleva che queste terminassero. Ho spiegato che ogni cosa ha un suo tempo e che inevitabilmente andrà a finire. C’è bisogno che ognuno metta in pratica gli insegnamenti ricevuti ed incominci da solo a districarsi con i vocaboli di tutti i giorni e così è stato. L’aver trascorso tre mesi insieme è stato un continuo esplorare nella loro cultura e nelle loro usanze, conoscere le città principali, riuscendo anche ad imparare l’alfabeto pakistano e scriverlo. Con il trascorrere del tempo ho iniziato a frequentare la casa di Saleem nelle mie giornate libere. In bicicletta arrivavo a Rio Pusteria, e qui insieme abbiamo riparato l’impianto elettrico di casa sua, e man mano che si presentava l’occasione di avere dei suppellettili, integravamo l’arredamento della casa. In ultimo è stata la volta del computer dei figli; questi erano ad una buona conoscenza dei programmi Windows, tanto da realizzare un CD fatto a scuola da Memona, durante una gita scolastica a Valles e alcuni dischetti, contenenti delle lettere scritte ai genitori, con dei disegni tipici dei ricami pakistani ed infine altre per i nonni lontani. In casa il colloquio avveniva in italiano o in tedesco; le ragazze sono studentesse e frequentano la scuola superiore ad indirizzo sociale l’una e le medie e le elementari le altre, mentre con il figlio ero a proprio agio, perché bilingue e con una buona conoscenza d’informatica appresa nel solo anno trascorso alla scuola professionale. Prima di andarmene, la moglie di Saleem con le figlie preparava alcune pietanze pakistane; in prevalenza fanno uso di riso, pollo in umido e molto peperoncino, come bevande preferite la coca-cola e l’aranciata. Il pane è sostituito dalle "ciapati" fatto con farina, acqua e sale; poi si lavora con le mani, stendendo la pasta e rendendola sottile e quando si ha la forma desiderata si passa alla cottura sul fuoco, mediante una padella e subito dopo si pongono in un vassoio, avvolgendole in un panno per mantenerle calde. Ognuno ne prende una, ne stacca un pezzettino da formare due parti, in modo che possa prendere nel mezzo le specialità servite in tavola, non facendo uso delle posate. La tavola è stupenda, la tovaglia ha dei colori sfarzosi ed i tovaglioli di carta colorati, lavorati a forma di rosa, creano un sincronismo perfetto; questa è opera di Saleem, perché negli anni che era a Merano, fra le tante cose ha fatto anche il cameriere. Le ragazze tutte vestite con abiti tradizionali del loro paese di seta, avvolte in scialli, rimangano in salotto, in quanto non possono partecipare alla cena. Solo i più piccoli, Amana, Asfa e Angina, siedono al tavolo e attendono che inizio ad assaggiare le pietanze. Girandomi intorno, nella stanza ammiro volentieri dei paesaggi e delle incisioni in legno fatte da Memona. Al termine della cena giunge la moglie, e con il suo poco italiano improvvisiamo dei discorsi di come ci si organizza in casa, come avvengono gli acquisti dei generi alimentari, frutta e verdura ecc.. Una volta alla settimana Saleem e la propria consorte si recano al supermercato; la lista dei generi la compila Memona, in tedesco, ed è molto precisa nell’annotare ogni cosa. Il sabato e la domenica sono dedicati alla famiglia, al riordino dell’appartamento e alle visite ad un connazionale o amico locale. Durante l’estate la moglie di Saleem, si è dovuta recare in Pakistan, e la più grande delle ragazze ha supplito alle necessità delle sorelle. Al ritorno, per far conoscere le bellezze dell’artigianato locale ha portato degli scialli e dei braccialetti davvero stupendi da infilare nelle braccia. Il senso dell’amicizia e della riconoscenza è molto sentito tra i pakistani. Ora il sogno di Saleem e di tanti altri è quello di divenire cittadino italiano, come lo saranno i loro figli nati in Italia, con il diciottesimo anno d’età, ed io spero tanto, che riescano in questo proposito. Per ora, in bocca al lupo!

Modestino Melillo

veröffentlicht von ala